Cooperative di comunità, bando da 400mila euro

Un bando per rilanciare le comunità montane. La giunta regionale toscana ha dato il via libera ad un bando da 400 mila euro per le cooperative di comunità, ovvero cooperative costituite di cittadini – solitamente gli abitanti di un paese o un borgo – che si mettono insieme per produrre beni e servizi per la loro comunità. A marzo del 2017 la Regione, AnciToscana e Legambiente hanno firmato un’intesa per promuovere questo modello e percorso all’interno del progetto CollaboraToscana. Diversi e importanti gli obiettivi delle cooperative di comunità: creare nuovi posti di lavoro, in particolare per i giovani; realizzare servizi necessari alle comunità; recuperare produzioni e mestieri tradizionali; promuovere le filiere identitarie in ambito agroalimentare e artigianale; valorizzare le realtà locali sotto il profilo turistico e ambientale. AnciToscana ha firmato un’intesa sul tema anche con l’alleanza delle cooperative toscane.

 

L’avviso si rivolge a cooperative di comunità che hanno dimensioni di piccole e medie imprese, hanno sede in Toscana e operano in territori montani o comunque marginali. Il contributo potrà coprire fino al 70 per cento delle spese del progetto, da un minimo di 5mila euro fino ad un massimo di 15mila. Le cooperative possono essere già costituite o da costituire. L’importante è che chi riceve i contributi non ne abbia avuti, da enti pubblici, per altri 200mila negli ultimi tre anni. Alla valutazione tecnica delle domande seguirà una procedura di negoziazione tra i richiedenti, la Regione Toscana e una commissione di cui potranno fare parte i Comuni, esperti delle centrali cooperative od associazioni, per verificare la capacità di coinvolgimento dei progetti.
“Partiamo con 400mila euro – spiega Bugli – come sperimentazione, ma vorremmo incrementare queste risorse. L’obiettivo è mantenere vive o valorizzare comunità locali a rischio di spopolamento, sostenendo l’avvio di progetti che possano poi reggersi sulle proprie gambe”.
Il caso che forse meglio aiuta a capire come è l’esperienza del Teatro povero di Monticchiello, paese del senese colpito dalla crisi della mezzadria all’inizio degli anni Sessanta e che allora ha scelto di aggregarsi intorno ad un’idea di teatro di piazza che costituisce oggi un’economia importante per la comunità. Oppure Succiso, sul versante emiliano dell’Appennino, che dai mille abitanti che contava negli anni Cinquanta è arrivato ad averne appena sessantacinque ed ha deciso a quel punto, nel 1991, di ricominciare tutto dall’apertura di un bar e dall’acquisto di alcune pecore, dopodiché sono arrivati un agriturismo, una bottega di alimentari e una filiera legata alla produzione dei formaggi. Le cooperative di comunità possono aiutare a ridare slancio e mettere insieme attività economiche che da sole non hanno più la forza per andare avanti. Possono servire anche a difendere paesaggio e ambiente, oltre a sostenere lo sviluppo economico di realtà marginali. Sono lo strumento giusto, in determinati contesti, per rilanciare servizi, anche pubblici, che mancano o sono venuti meno, oltre a contrastare lo spopolamento di piccoli borghi. In particolare il bando concederà contributi a chi offrirà servizi alle persone o realizzerà interventi finalizzati al miglioramento della sostenibilità ambientale. Fino al 2012 si contavano in tutta Italia appena ventiquattro cooperative di comunità, solo due in Toscana. Negli ultimi tre anni sono aumentate, con un crescente interesse.

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