Comitato del no: ‘I sindaci rispettino le regole’

Poche ore e a rinfocolare la polemica sull’interpretazione dell’esito referendario sulla fusione di Pieve Fosciana, Fosciandora e San Romano, arriva la replica del comitato per l’attuazione della Costituzione nella Valle del Serchio, che non usa mezzi termine e accusa addirittura i sindaci non rispettare le regole.

“Non abbiamo scherzato. Rispettiamo le regole. – dicono i sostenitori del no – i tre sindaci il giorno dello scrutinio dei voti, di fronte ad un risultato che non si aspettavano, hanno rilasciato dichiarazioni titubanti e offensive nei confronti degli elettori. Il giorno dopo, richiamati all’ordine dai vertici regionali del Pd, la parola d’ordine è diventata andare avanti fregandosene degli elettori e delle regole. Le regole, – attaccano dal comitato – che i sindaci non conoscono o hanno tenute nascoste per tutta la campagna referendaria, sono state approvate dal consiglio regionale della Toscana, con la risoluzione 39 del 6 aprile 2016, dal titolo Orientamenti del consiglio regionale in materia di fusione di comuni e di riforma del sistema delle autonomie locali”. In questo lungo documento si dice che la Regione
Si impegna in primo luogo ad assumere, a tal fine, per le successive proposte di legge di fusione per le quali l’assemblea legislativa regionale delibererà lo svolgimento del referendum consultivo ai sensi dell’articolo 60 della legge regioane, l’orientamento di procedere all’approvazione delle stesse. Poi al primo punto si legge – spiegano i fatuori del no -. nei casi in cui lo svolgimento del referendum evidenzi un’espressione di voti favorevoli all’aggregazione territoriale superiore ai due terzi dei votanti dell’intera comunità chiamata ad esprimersi, nonché, qualora tale maggioranza non venga raggiunta, nei casi in cui la popolazione consultata mediante il referendum abbia comunque espresso, per ciascun Comune interessato, in maggioranza un voto favorevole all’ipotesi di fusione”.
Non solo, sempre nel testo delle disposizion i regionali i membri del comitato hann orintracciato anche questo passaggio: “(Il consiglio regionale si impegna ndr) a tenere comunque conto, per le situazioni in cui si determini la maggioranza dei due terzi della eventuale manifesta contrarietà alla proposta di fusione da parte di uno o più comuni, espressa dalle popolazioni di ciascuno di essi con un numero di voti contrari pari ad almeno i tre quarti dei votanti”.
“Di fronte al tentativo di golpe – ribadiscno quindi i membri del comitato anti fusione- chiediamo con forza il rispetto delle regole. I risultati di questo referendum dicono chiaramente che non ci sono i due terzi di voti favorevoli, anzi ne siamo lontanissimi. C’è un comune che ha espresso un chiaro voto contrario e non può essere sottoposto alla volontà prevaricatrice dei sindaci degli altri due comuni, demograficamente superiori. In questo referendum, calcolando astensioni e contrari, il si raggiunge a malapena il 20%. Noi ringraziamo i cittadini che hanno voluto esprimere il loro voto contrario a questa fusione, ma rispettiamo anche, pur non condividendone l’espressione di voto, quelli che hanno inteso dare l’assenso alla proposta. Non vogliamo dividere i cittadini, come qualcun altro ha fatto, tra chi ha capito e chi non ha capito.
Chiediamo ai sindaci di fermarsi in tempo, di rispettare le regole, di non diventare ladri di democrazia. In caso contrario ci opporremo nei modi opportuni e dinanzi agli organi preposti, forti delle regole scritte dal consiglio regionale della Toscana e di un vasto consenso di cittadini”.

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