Più telecamere e vigili di prossimità, c’è il bando

Oltre 550mila previsti dallo schema per due nuovi bandi approvato oggi (30 luglio) dalla giunta regionale della Toscana. Uno riguarderà la sicurezza integrata, l’altro un accordo con le tre università della regione per la formazione dei dipendenti pubblici. I bandi, nello specifico, riguardano il finanziamento di nuove telecamere, ‘intelligenti’ e collegate in rete, per controllare strade e piazze, ma anche l’ulteriore allargamento della sperimentazione dei ‘vigili di prossimità’. Interessano la rigenerazione dei quartieri, con il coinvolgimento essenziale di chi ci vive.

E poi viene rilevata l’importanza di studiare e approfondire, perché la sicurezza – e la percezione di maggior sicurezza – è un puzzle. Un traguardo che si raggiunge, ne è convinta la giunta, lavorando su più fronti, come ribadito nel Libro bianco presentato nel 2018. “Lo si fa con un miglior controllo del territorio certo, ma anche – dice la giunta Rossi – rendendo i quartieri e i paesi, dove le persone vivono, luoghi meno fragili, con piazze animate oppure con negozi che tornano a tirare su le saracinesche”. 
Il primo bando, che uscirà a breve, impegna 477mila euro per l’installazione di nuovi sistemi di videosorveglianza, con contributi da 10 a 80mila euro a seconda della grandezza del Comune. In tre anni, dal 2016, la Regione Toscana ha già distribuito contributi per 3,3 milioni per finanziare telecamere nei territori. Ne hanno beneficiato 228 Comuni e 18 Unioni, 172 progetti in tutto. Le telecamere costituiscono un deterrente e sono di aiuto per gli organi preposti in caso di indagini. Soprattutto sono utili se interconnesse, armonizzate nella tecnologia per una migliore condivisione dei dati e su questo la Regione sta avviando un ulteriore progetto. Il secondo bando appena approvato, anch’esso pronto a uscire, stanzia 800mila euro, sempre destinati ai Comuni, per azioni integrate finalizzate a promuovere una rinnovata socialità dei quartieri più fragili attraverso reti di comunità e iniziative di animazione, per sostenere e promuovere nuove funzioni di spazi e immobili inutilizzati o sottoutilizzati – sia che siano fondi privati oppure beni comuni – con interventi anche temporanei di sperimentazione di nuovi usi. I contributi potranno coprire fino al 70 per cento della spesa ed un massimo di 70mila euro. Anche questa è una strada già battuta con successo in questi anni. Di progetti ‘speciali’ sulla sicurezza ne sono stati finanziati cinque, con quasi 600mila euro, alla fine del 2016 (Livorno, Prato, Pisa, Firenze, Lucca) a cui se ne sono poi aggiunti altri sei, per altri 500mila euro, per l’Osmannoro (tra Firenze, Sesto e Campi Bisenzio), Montecatini Terme, Arezzo, Grosseto, Rosignano Marittimo e Poggibonsi. Un milione e 96 mila euro stanziati e undici progetti in tutto, con il proseguimento del progetto dell’Osmannoro già confermato nei mesi scorsi.
Bugli: “Quattro anni di sperimentazioni, ora a regime”
Si tratta di esperienze vincenti di presidio e controllo di vicinato, esempi di modalità per ‘aggredire’ lo “sballo” notturno e rendere la movida vivibile, progetti di rivitalizzazione di centri storici e di quartieri degradati anche attraverso un’ animazione culturale e artistica oppure con una diversa progettazione urbanistica, che costituisce un ulteriore fronte di intervento. Con i Piu, i progetti di innovazione urbana, la Regione ha finanziato ad esempio con i fondi Fesr 2014-2020 otto diversi interventi di riqualificazione urbana per altrettanti Comuni, con un contributo di quasi 44milioni negli ultimi anni. E poi c’è stato di recente il progetto dei vigili di prossimità – 9 milioni, 3 l’anno per 3 anni – che si aggiunge alla formazione delle polizie locali (1 milione e 300mila euro) e che permetterà a quindici Comuni di assumere 80 agenti, che lavoreranno nelle strade e nei quartieri più ‘delicati’, punto di riferimento per cittadini e commercianti e deterrente per le persone poco oneste. Messi tutti insieme (e senza i Piu) fanno quasi 20 milioni. “In questi anni abbiamo sperimentato varie politiche riguardo alla sicurezza – spiega l’assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli – Adesso, finita la sperimentazione, rifinanziamo questi progetti. Sono iniziative importanti: dall’apertura pop-up dei negozi per rivitalizzare un quartiere alle iniziative di animazioni spesso appoggiate da comunità, dalle feste alle cene in piazza per stimolare la partecipazione dei cittadini. Sono esperienze che, come è successo a Livorno, sono capaci di ribaltare una situazione e rivitalizzare interi quartieri”. L’obiettivo è evidente: promuovere nuovi modelli di gestione degli spazi urbani ispirati alla collaborazione e che valorizzino il contributo dell’associazionismo e della cittadinanza attiva, sostenere la cultura che è una componente essenziale per prevenire il degrado urbano, promuovere anche il diritto alla partecipazione e a usufruire dello spazio urbano e intervenire, con iniziative di animazione sociale, per contrastare i comportamenti notturni che turbano invece quiete e sicurezza. “Il bando – conclude Bugli – prevede anche rafforzamento della polizia municipale, allargando l’esperienza dei vigili di prossimità”, ovvero il progetto di cui già stanno beneficiando Viareggio, Pisa, Firenze, Massa, Prato, Livorno, Lucca, Pistoia, Grosseto, Arezzo e poi ancora Campi Bisenzio, Pontedera, Sesto Fiorentino, Empoli e Piombino.
A scuola di sicurezza all’Università
Oltre alle misure a sostegno della sicurezza integrata, la Regione ha deciso di finanziare con 75mila euro un accordo con le tre università di Firenze, Pisa e Siena, che consente la partecipazione a corsi di alta formazione ai dipendenti degli enti locali. La Regione coprirà circa 25 quote di iscrizione. I corsi, di 90 ore e modellati in tre edizioni sulle tre diverse realtà territoriali, propongono l’approfondimento dei temi della sicurezza integrata nei diversi aspetti di competenza degli enti locali: dagli aspetti politico istituzionale alle risorse fornite dalle ultime tecnologie, fino al ruolo della società civile. “È necessario far maturare la capacità di analisi di una città anche dal punto di vista della sicurezza – spiega Bugli – L’accordo mira a questo, permettendo a dirigenti e dipendenti di accedere a una formazione specifica”. Il lavoro sui temi della sicurezza e della legalità dell’attuale legislatura regionale interessa anche la revisione e l’adeguamento delle leggi regionali sulla polizia locale che prevede nuovi sviluppi in materie di competenze per quanto riguarda la vivibilità delle città e il contrasto al degrado urbano.

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