A Pontremoli premiata azienda di Giuncugnano

E’ stato il Museo delle statue stele del castello del Piagnaro, dove ha sede la straordinaria collezione di misteriose statue antropomorfe innalzate in Val di Magra oltre quattromila anni fa ad ospitare questa mattina (13 ottobre) la cerimonia di premiazione del Premio Pontremoli 2018, organizzato dalla Cia Toscana Nord, in collaborazione con il Comune di Pontremoli, Slow Food Toscana, con il patrocinio della Strategia nazionale aree interne della presidenza del Consiglio dei ministri.

La mattinata è stata aperta da un convegno, moderato dal giornalista Luca Martinelli, volto a fare il punto della situazione dell’agricoltura nelle aree svantaggiate, come quelle montane o interne in generale. A confrontarsi sul tema Il Coraggio di restare sono stati Dino Scanavino, presidente nazionale della Cia Agricoltori italiani, e interverranno, tra gli altri, Susanna Cenni (deputata del Pd), Cinzia Pagni (presidente Ases); Marco Del Pistoia (SlowFood); Nicola Poli (presidente Unioine Comuni Garfagnana); Francesca Campora (direttore della Fondazione Edoardo Garrone), Paolo Prosperini (Strategia Nazionale Aree Interne) e Filippo Barbera (professore del dipartimento di Economia e statistica dell’Università di Torino).
La Regione, rappresentata dal direttore generale dell’Agricoltura, Roberto Scalacci, ha fatto il punto su quelli che sono i principali assi di azione dell’ente regionale, attraverso il Psr e, cioè, la sostenibilità, l’innovazione per favorire la competitività, l’aggregazione e il ricambio generazionale.
La tavola rotonda si è divisa in due parti: una prima nella quale si sono confrontati Cinzia Pagni, Marco Del Pistoia, Filippo Barbera e Francesca Campora e una seconda nella quale il dirigente della Regione Toscana Antonino Mario Melara e Paolo Prosperini della Strategia nazionale aree interne hanno fatto il punto della situazione anche dal punto di vista degli investimenti pubblici.
“Ho una percezione molto concreta delle questioni che sono al centro del dibattito di oggi – ha dichiarato il presidente della Cia, Dino Scanavino – e ritengo che sia fondamentale che, quando si scrivono le regole generali, si debba sempre pensare a tutte le aree, comprese quelle montane o svantaggiate. Inoltre, un problema fondamentale che riscontriamo e riscontreremo sempre più nelle aree svantaggiate è quello della mancanza della connessione veloce: senza collegamenti telematici, oggi, è impossibile fare impresa e, quindi, diventa difficile anche resistere. Questo deve aprire una riflessione profonda anche a livello nazionale”.
“Pensando a questo convegno – ha commentato l’onorevole Pd Susanna Cenni – mi sono venute in mente due immagini: quella di un’acqua minerale a 8 euro e 50 centesimi e quella di un olio d’oliva extravergine, della stessa dimensione, che a malapena arriva allo stesso prezzo. Il problema non è l’acqua minerale griffata che ognuno può scegliere se comprare o meno, ma se accade questo in questo nostro paese in questo momento, probabilmente ci sono un po’ di cose da mettere a posto e bisogna lavorare per valorizzare i nostri prodotti”.
“Uno dei nostri obiettivi – ha spiegato Marco Del Pistoia di SlowFood – è quello di creare dei presidi SlowFood che valorizzino i prodotti locali, salvaguardandoli e valorizzando il prodotto, cosa che rappresenta un momento di crescita per tutto il territorio. Quello di un presidio SlowFood non è un prodotto di moda, distribuito su larga scala, bensì è un prodotto che si muove su una piccola scala, ma che nasce nel rispetto del consumo dell’acqua, dell’energia e della fertilità del terreno ed è questo quello che fa la differenza”.

Il premio Il Premio Pontremoli nasce tre anni fa, su iniziativa della Cia Toscana Nord, e vuole valorizzare il lavoro dei giovani agricoltori che investono nelle zone svantaggiate. Ad essere premiati, infatti, sono imprenditori che operano in contesti di particolare svantaggio, o d’isolamento geografico e sociale. Aperto, quindi, ai giovani e alle aziende agricole gestite da un conduttore tra i 18 e i 40 anni, il Premio Pontremoli è diviso in sei sezioni: difesa della biodiversità; agricoltura sociale, agricoltura biologica; imprenditoria femminile; eccellenze agricole ed eccellenze agroalimentari. Tre, inoltre, i premi speciali: per il miglior componimento o ricerca sul tema, realizzato dagli studenti degli istituti tecnici agrari della Toscana; per il miglior articolo giornalistico, libro, foto o video prodotti anche al di fuori della Toscana e, infine, uno dedicato a un’azienda con sede in uno dei Comuni della Toscana classificato come ‘Aree interne’.

I premiati e le motivazioni
Categoria difesa della biodiversità: Azienda Agricola Nico, di Federico Martinelli (classe 1982), di Gello di Sopra (Camaiore). L’azienda dal 2003 coltiva i propri terreni in metodo biologico, cambiando così drasticamente rispetto al metodo convenzionale, portato avanti dal nonno e cercando di mantenere inalterata la grande diversità di tipologia di produzione. Ecco come 4 ettari vengono coltivati come fossero un grande orto familiare, in cui la verdura si alterna a filari di alberi da frutto, facendo sì che nei campi sia presente la più grande varietà di specie, garantendo così una produzione il più ampia possibile e, soprattutto, una grande diversità di specie erbacee. Nel 2010 l’azienda è passata al metodo biodinamico e, dal 2016, è certificata dal Demeter. Oggi è tra i promotori della rete di imprese Lucca BioDinamica.
Categoria Eccellenza agricole: Società agricola Tommaso Giordana, di Tommaso Giordana (classe 1979), di Vallemaggiore (Grosseto).L’azienda di Giordana, biologicamente certificata, produce olio extravergine d’oliva in Maremma ed alleva suini, con metodo estensivo e allo stato brado. Questi vengono trasformati in salumi, lavorati con metodo tradizionale e, quindi, senza Ogm, senza glutine e senza conservanti.
Categoria agricoltura biologica Agriturismo Poggio Diavolino di Fabiano Busdraghi (classe 1980), di Suvereto in provincia di Livorno. Nato in Brianza, Busdraghi ha voluto continuare l’attività agrituristica avviata negli Anni Novanta dai genitori, portando avanti con passione numerose innovazioni nella gestione agricola. A Poggio Diavolino si produce olio d’oliva, ma anche cereali e legum trasformati in farine, in pasta (almeno 25 formati), biscotti, pane e gallette. Nell’orto viene seminata una vasta varietà di piante antiche, garantendo così la continuità del seme. Vi si allevano, inoltre, animali e producono insaccati.
Categoria eccellenza agroalimentari Gignola società agricola semplice, di Simone Lazzini (classe 1985), di Fosdinovo (Massa). Simone Lazzini ha recuperato la produzione di olive da tavola e olio d’oliva sulle colline di Fosdinovo. Si tratta di una zona particolarmente vocata, dove le attività agricole hanno però sofferto l’abbandono a causa del venire meno dei giovani interessati a proseguire l’attività agricola. La società agricola Gignola, nata nel 2015, ha ripristinato alcuni oliveti, andando a migliorarne la capacità produttiva con interventi di ripristino colturale e realizzando nuovi impianti laddove le piante erano seccate.
Categoria imprenditoria femminile Alessia Bianchi (classe 1989) di Pontremoli (Massa). Coltiva terreni di proprietà e avuti in comodato gratuito tra Grondola e Guinadi, utilizzando sementi non ibridanti per produrre mais ottofile, pomodori, cipolle locali (succisa, bassone, treschietto), ma anche fagioli, alcune varietà di zucche, zucchini ed erba aromatiche, nonché frutti di sottobosco e cura piante da frutto autoctone.
Categoria zootecnica responsabile Apicoltura Nonno Berto di Alberto Fatticcioni (classe 1982) di Pomarance (Pisa). Si tratta di un’azienda agricola apistica di 20 ettari, nata nel 2012 e progettata ‘a misura d’ape’, dove le api vengono allevate per la prodizione di miele in modo stanziale (150 arnie). Partendo da ceppi genetici di api locali e sono stati sviluppati sistemi colturali in grado di garantire un continuo flusso nettarifero e pollinifero per le api e conseguenti raccolti per la commercializzazione.
Premio speciale La cultura della Montagna in immagini e parole: Anna Kauber, regista del documentario In questo mondo. Un documentario che racconta la vita delle donne pastore in Italia ed è risultato di un viaggio di più di 2 anni e circa 17mila chilometri percorsi facendo 100 interviste a donne di età compresa tra i 20 e i 102 anni, che delineano perfettamente la figura del pastore, lavoro generalmente associato al genere maschile che sempre più si sta femminilizzando.
Premio speciale aree interne Azienda agricola Ivan Tiengo di Ivan Tiengo (classe 1978) di Giuncugnano (Lucca). Nato a Trento è arrivato in Garfagnana, perché la famiglia della moglie è originaria della Valle di Soraggio. Appassionato di agricoltura e di montagna, qui ha deciso di riattivare le proprietà della famiglia di lei. Produce miele (di acacia, castagno e millefiori), farina di castagne, fagiolo Giallorino della Garfagnana, patate, grano da varietà tradizionali e lamponi (circa 300 piante).
Premio speciale istituti tecnici agrari Istituto agrario Pacinotti di Bagnone (Massa) per il lavoro Razza pontremolese e percorso di recupero.

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