Commercio, il Cipaf di Fornaci chiede un tavolo per il rilancio

L'associazione: "Fondamentale studiare spazi e tempi di percorrenza e permanenza per garantire affluenza senza affollamento"

Il direttivo dell’associazione Cipaf Ccn di Fornaci di Barga, che al suo interno raccoglie oltre 100 attività commerciali, oltre che produttive e professionali, critica le misure del decreto dello scorso 26 aprile.

“È vero che il modo in cui il Covid 19 ha attaccato tutto il mondo è feroce – dicono dall’associazione – ma questo ha anche fatto comprendere ed evidenziare tutte le debolezze della nostra civiltà. Tutte le criticità sono incrementate a dismisura, mettendo a nostro avviso i limiti culturali e di prospettiva che la nostra classe dirigente ha evidenziato. È evidente che in queste situazioni, gravissime, si possano commettere alcuni errori, ma altrettanto grave è che non sia stato in questi momenti possibile ridurre il caos che si è creato con normative non chiare e mancanza di visione del futuro”.

“Questi eventi traumatici – prosegue il Cipaf – debbono portarci alla riflessione e a ricercare soluzioni alternative. Non possiamo rimanese in perenne attesa. Già la crisi attraversava tutti i settori e questa pandemia e il perdurare dei tempi di riapertura, porteranno solo alla chiusura di moltissime attività commerciali con gravissime ripercussioni sul tessuto sociale”.

“Richiediamo pertanto – dice ancora il Cipaf  – un confronto con l’amministrazione al fine di creare un tavolo permanente che coinvolga i vari rappresentanti dei settori economici, associazioni e cittadini, al fine di programmare al meglio tutte le strategie da intraprendere sia per valutarne la loro efficacia, ma in particolare per creare le basi per la convivenza con questa nuova realtà. Avevamo già proposto all’amministrazione di recuperare l’idea di paese attraverso un percorso di trasparenza con i cittadini, finalizzato alla riqualificazione dell’ambiente attraverso la sostenibilità, la ricerca, la programmazione di interventi rivolti allo sviluppo di tutta la collettività. Questo anche attraverso lo studio preliminare affidato al dipartimento dell’università di Pisa”.

“Oggi più che mai – dicono i commercianti – questo studio deve avere immediato inizio in parallelo allo studio urbanistico dell’area per consentire l’organizzazione degli spazi di percorrenza, lo studio dei tempi di permanenza creando spazi di sosta e percorsi ben delineati e controllati. Il periodo cosiddetto del post Covid ci dovrà portare ad individuare tutte le strategie che potranno consentire l’organizzazione degli spazi. Il periodo cosiddetto del post Covid ci dovrà portare a individuare tutte le strategie che potranno consentire come minimo il mantenimento dell’affluenza degli utenti attraverso l’abbattimento della densità media e del tempo medio di acquisto”.

“Tutti assieme posiamo farcela – spiega il Cipaf – ma non è più prorogabile nel tempo la messa in campo di tutte quelle iniziative che si rendono indispensabili per la sopravvivenza di tutti, ed attraverso il tavolo di lavoro richiesto potremo contribuire ad illustrare nel dettaglio le nostre proposte. Tra l’altro verrà sottoposto all’amministrazione uno studio preliminiare elaborato “per uno spazio pubblico consapevole” attraverso il quale con pochissima spesa come l’apposizione di nastri in plastica che ci offriamo fornire gratuitamente, si potranno organizzare pecorso che potranno aiutare a far rispettare il mantenimento del distanziamento sociale stabilendo nuove regole di comportamento, disegnando un tappeto di linee per gli spazi pubblici del paese quali indicazioni da seguire per vivere in sicurezza”.

“Noi come Cipaf – conclude la nota – ci siamo, crediamoci, e tutti assieme riusciremo a risolvere anche questa crisi epocale, ma non senza ricercare soluzioni reali e serie che possano consentirci di avere una nuova visione del nostro futuro. Non ultimo, questa pandemia ci deve far riflettere sulla battaglia legata al pirogassificatore, la cui realizzazione in zone altamente urbanizzate come ormai verificato a livello scientifico, non farà altro che favorire a dismisura le epidemie indebolendo il nostro sistema immunitario. Riteniamo per questo avere un incontro per programmare concretamente le attività e le iniziative da intraprendere”.

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