Sindacati metalmeccanici: “Fermo produttivo o due giorni di sciopero”

Dura presa di posizione di Fim, Fiom e Uilm: "Non ci sono le condizioni per tornare al lavoro"

Stabilimenti da mettere in sicurezza per preparare il fermo produttivo. I lavoratori chiedono lo stop immediato o sarà sciopero.

I sindacati regionali dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm con i segretari Beccastrini, Braccini e Renda ‘sfidano’ Confindustria sullo stop delle attività produttive: “A seguito alle comunicazioni del presidente del Consiglio Conte  – dicono i sindacati – e del decreto legge, in attesa delle necessarie precisazioni attuative dello stesso, riteniamo che le aziende debbano agire per mettere in sicurezza gli impianti e prepararsi per il fermo produttivo”.

“In attesa dei necessari chiarimenti e di capire cosa dovrà essere fermato e cosa eventualmente dovrà proseguire nell’attività – proseguono i sindacalisti – riteniamo non esserci le condizioni minime tra le lavoratrici e lavoratori di serenità e tranquillità tali per tornare domani al lavoro. Per queste ragioni Fim, Fiom e Uilm della Toscana sono a sollecitare tutte le imprese e lo loro associazioni di rappresentanza a optare per una fermata generale nelle giornate di domani (23 marzo, ndr) e di martedì utilizzando la cassa integrazione ordinaria Covid-19. Sono fatte salve le attività necessarie per mettere in sicurezza gli impianti ed altre, eventuali inderogabili e documentabili attività. Nelle aziende nelle quali non si riscontrerà tale disponibilità si agirà con lo sciopero confermato a livello nazionale da Fim Fiom e Uilm“.

“Qualora dovessero pervenire – conclude la nota – diverse indicazioni o iniziative proclamate a livello nazionale di categoria o confederale ci atterremo a tali disposizioni”.

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