Pulizia caserme vigili del fuoco, sale protesta lavoratori

Sale la protesta dei lavoratori in appalto per le pulizie delle caserme dei vigili del fuoco. A farsene carico sono Uil Toscana Nord e Uil Trasporti, che portano avanti la vertenza a livello regionale. A parlare è il sindacalista Simone Marsili: “Sono oramai due anni – dice – che continua il comportamento di scorrettezza della società che si occupa delle pulizie delle caserme dei vigili del fuoco su tutta la regione Toscana. La società Dema facente parte del consorzio Unilabor continua a non pagare gli stipendi e là dove li paga non paga straordinari, maggiorazioni, fa errori sugli assegni familiari, non conteggia correttamente i vari istituti contrattuali (ferie, permessi e rol) in modo che all’atto di una loro uscita dall’appalto (scade a fine anno salvo proroghe) non pagheranno la corretta liquidazione alle lavoratrici”.

“Queste continue e giuste rivendicazioni – prosegue Marsili – che le lavoratrici stanno facendo (circa 50 lavoratrici lavorano sull’appalto regionale) per il tramite del sindacato e di cui il comando regionale dei vigili del fuoco è ampiamente al corrente, sono legate ad un pezzo importante del loro salario, che individualmente e da oltre 26 mensilità, creano quei profitti che ingrassano le casse del consorzio e della società di pulizie. Dobbiamo inoltre fare una precisazione sul sistema degli appalti che vengono svolti secondo l’offerta economicamente più vantaggiosa, con la quale il pubblico soprattutto emana le gare e che dovrebbero rispettare il costo del lavoro che le aziende devono applicare secondo tabelle ministeriali. Purtroppo molte società partecipano alle gare ribassando i diritti economici e normativi delle lavoratrici del settore del pulimento, che sono, spesso e volentieri, donne con contratti part-time ed un contratto collettivo nazionale scaduto da quasi 5 anni, pertanto con stipendi da 200 euro a 6/700 euro al mese. Sfortunatamente dobbiamo anche prendere atto che la situazione sopra descritta è diventata una triste consuetudine”.
“Non rimane altro – conclude il sindacalista – che far sentire la voce di queste lavoratrici, costrette ad agire a tutela dei loro diritti, con una probabile ennesima azione di sciopero.
Facciamo presente che è stato chiesto un incontro urgente tra tutte le parti in causa (Vigili del fuoco, Unilabor, Dema e sindacati) e di cui si doveva far promotore il comando regionale dei vigili del fuoco invitando il comando stesso a bloccare il pagamento delle fatture in quanto responsabili in solido secondo quanto previsto dal codice civile. La risposta è stata alquanto sfuggente in quanto lo stesso comando, in attesa di disposizioni dal proprio ministero, non ritiene consono ed utile procedere ad un incontro tra le parti. Giusto per onor di cronaca si deve far presente che già un lavoratore ha invocato la responsabilità dell’ente pubblico e si sta accingendo ad una azione di pignoramento sia nei confronti di Dema sia di Unilabor sia del comando dei vigili del fuoco. Conclusione: in attesa che il sistema metta in atto tutte quelle azioni a tutela e garanzia delle lavoratrici, il consorzio e l’azienda continuano a riscuotere incassando le fatture mentre le lavoratrici, come ciliegina sulla torta, non hanno riscosso né lo stipendio né la tredicesima mensilità e sembra che riscuoteranno l’anno prossimo festeggiando così il Natale e il Capodanno senza soldi”.

La testimonianza di una lavoratrice
A parlare in prima persona delle difficoltà riscontrate è Debora, da circa due anni al lavoro per le pulizie della caserma di Lucca. “La gara d’appalto per le pulizie delle caserme della regione Toscana – spiega – è stata vinta dal consorzio Unilabor che a sua volta ha affidato il servizio da unasSocietà consorziata De.Ma. Srl di Sulmona; da quel momento la nostra vita lavorativa è diventata un inferno. Una lotta continua per veder rispettati i nostri diritti e la nostra dignità. Veniamo pagate puntualmente in ritardo, non pagano tutte le ore, mancano le maggiorazioni previste dal contratto collettivo mazionale sul lavoro supplementare, straordinario, festivo, eccetera. Di fatto rosicchiano anche gli assegni familiari
come se fossero soldi loro. Spesso ci viene richiesto di fare sostituzioni anche nei distaccamenti limitrofi (Viareggio, Pietrasanta, Castelnuovo) e non ci pagano la trasferta, lasciando tutto a spese nostre. Già percepiamo uno stipendio da fame, e le ore extra le facciamo appositamente per guadagnare qualche soldo in più. In realtà noi ci andiamo pari, il sogno di poter mettere via qualcosa per le emergenze, sparisce”.
“Abbiamo scioperato – prosegue Debora –  a livello sia provinciale sia regionale facendo ben presente alla committenza (ovvero il comando dei vigili del fuoco) tutte le nostre difficoltà e i nostri disagi e ci chiediamo come sia possibile che una ditta si possa concedere il lusso di trattare cosi le sue dipendenti? Il sindacato ha denunciato la società a tutti gli ispettorati della Toscana ma, a parte Lucca, nulla si sa di un intervento tempestivo che ponga fine a questi comportamenti scorretti della società Dema e del consorzio Unilabor. Vivere ha un suo costo, già elevato, per avere il minimo indispensabile come l’acqua, l’energia elettrica, il cibo e soprattutto il metano per riscaldare la casa in inverno e/o cucinare i cibi per la famiglia. Solo per queste poche cose serve uno stipendio, e col nostro dobbiamo veramente tirare la cinghia in maniera impressionante, se si aggiunge il comportamento della Dema si aggiunge la beffa al danno. La sottoscritta ha un figlio con invalidità certificata, tant’è vero che percepisce l’indennità di frequenza e gliel’hanno accordata senza revisione; mantengo me e mio figlio col mio stipendio, uno stipendio minimo comprensivo di assegni familiari, assegni che, ogni mese mi vedo pagare in maniera differente e scorretta (mai un euro in più). Non capendo il perchè, ho chiamano il sindacalista per chiedere spiegazioni, ma le spiegazioni non le abbiamo trovate
Abbiamo spiegato alla ditta che devono pagare come da contratto collettivo, ma a parte dire di sì, continuano a fare come gli pare, addirittura ci hanno lasciato per un mese intero senza stipendio, e chi vive con solo questo lavoro, se ha la fortuna di avere dei genitori che possono, chiede aiuto alla famiglia; ma questo intacca non solo la nostra dignità, ma soprattutto intacca sempre più il portafoglio, perchè in questo modo restiamo sempre in debito con qualcuno”. Infine l’ultima rivendicazione: “A Lucca ed in altre altre province non ci hanno fatto fare la visita medica di idoneità al lavoro, nessun corso di aggiornamento sulla sicurezza, e molto altro ancora”.

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