Esplosivi già piazzati, a Barga una villa ha rischiato la demolizione per colpa di una bandiera foto

Continuano ad emergere storie di case e famiglie nella mostra “La nuova Barga” alla Fondazione Ricci di Barga.

Esplosivi già piazzati, villa rischia la demolizione per colpa di una bandiera. Continuano ad emergere storie di abitazioni e famiglie barghigiane dalla mostra La nuova Barga: architettura e arti decorative tra liberty e stile eclettico (1900-1935), organizzata dalla Fondazione Ricci Ets e aperta a ingresso libero nella sede della Fondazione in via Roma 20 a Barga fino al 26 settembre 2021.

Grazie al censimento realizzato da Fondazione Ricci e istituto storico lucchese sezione di Barga, co-organizzatori della mostra, e in particolare allo studio delle decorazioni interne ed esterne degli edifici, sono emerse vicende storiche particolari che vedono protagoniste le famiglie che hanno realizzato gli edifici e vissuto nelle abitazioni.

L’America nel cuore e sul soffitto. “Nelle visite effettuate fin qui all’interno delle ville i casi di soffitto con aquila e bandiera sono quattro – spiegano Pier Giuliano Cecchi e Ivano Stefani dell’istituto storico lucchese sezione di Barga -. In tutte si tratta del vessillo americano. ‘Strano’ che per nessuna delle altre destinazioni europee o extraeuropee (in particolare Gran Bretagna e Sud America), dove la ‘fortuna’ arrise a diversi emigranti, non vi sia stato, tranne un richiamo nominale come per villa Buenos Aires, un ‘riconoscimento’ così forte. Che la maggior identificazione al Paese dove erano emigrati sia dipeso dall’uniformarsi, dopo anni e anni di convivenza, al forte attaccamento degli americani alla loro bandiera? Che sia invece derivato dalla riconoscenza al Paese che aveva consentito il raggiungimento di uno status sociale tale da permettere in Patria una vita tranquilla a sé stesso e alla sua famiglia? Che questa seconda ipotesi sia quella più vicina alla realtà? Potrebbe essere”.

Le ville dove sono presenti aquila e simbolo a stelle e strisce sono quella di Pieranna Nardi (Moma, Albiano, 1905 ca), di Giuseppe Pieroni (Arsenale, 1929), di Remo Riani (Fornaci, 1926) e di Bonini-Turicchi (Barga, 1928).

Una bandiera svela, una cela. Ma le bombe tedesche vengono piazzate lo stesso. “Nel soffitto d’ingresso di villa Riani a Fornaci di Barga – proseguono Stefani e Cecchi – c’è la raffigurazione di un’aquila che oggi stringe con gli artigli l’asta della bandiera italiana. In origine era quella degli Stati Uniti, paese nel quale Amedeo Riani proprietario dell’immobile era emigrato. La sua sostituzione, in tutta fretta da parte del pittore Mario Bonanzinga di Fornaci, avvenne nel 1944 dopo l’arrivo e lo stazionamento in paese dell’esercito tedesco. Un collaborazionista del luogo però aveva denunciato la presenza della bandiera statunitense al comando tedesco che fece un sopralluogo e, nonostante ormai ci fosse riprodotta quella italiana, decise di collocare nelle cantine delle cariche esplosive per la demolizione della villa. Per fortuna il sopraggiungere delle forze armate statunitensi non dette il tempo ai tedeschi di portare a termine il progetto deflagrante. Sulla torretta dell’edificio, poggiata sulla balaustra del terrazzo, c’è un’aquila a riposo. Altro richiamo Usa? Potrebbe essere”.

“Particolare l’affresco nel soffitto d’ingresso di villa Nardi: l’aquila negli artigli regge il Tricolore, simbolo dell’amata patria in cui sono nati e tornati gli emigranti Da Prato Serafino e Giuliani Carolina, mentre tra le ali racchiude uno strano scudo americano. La stranezza è nel colore delle strisce. Mentre in corretto bianco il simbolismo della libertà, quelle che dovrebbero essere rosse per l’ascendente inglese sono grigie. Forse dovuto allo sbiadirsi nel tempo? La villa Pieroni all’Arsenale presenta invece un semplice scudo con in alto tre stelle in campo azzurro, con sotto, otto fasce verticali nei classici colori bianco e rosso. A villa Bonini, oggi Turicchi, nel capoluogo Barga, sul soffitto è presente un’aquila che ghermisce un mazzo di fiori legato a un nastro i cui termini svolazzanti raffigurano la bandiera italiana e quella americana”.

La mostra è organizzata dalla Fondazione Ricci Etse dall’istituto storico lucchese sezione di Barga, con il patrocinio della Regione Toscana, del comune di Barga, dell’associazione Italia Liberty, con la collaborazione della Fondazione Paolo Cresci e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca; è stata selezionata tra gli eventi promossi all’interno della Festival Art Nouveau Week (www.italialiberty.it/category/mostre), la settimana internazionale dedicata all’art nouveau promossa in Italia dall’associazione Italia Liberty con il patrocinio di MiC ministero della cultura, Enit, Council of Europe e Fondazione Italia Patria della Bellezza.

L’esposizione è aperta giovedì e venerdì (16-19), sabato e domenica (10-12 e 16-19) a ingresso libero con green pass.

Sabato 25 settembre alle 16 si terrà la presentazione del libro di Massimo Capanni “La reliquia del disonore” e dalle 17,30 è previsto il finissage della mostra con visite guidate da parte dei curatori, con un brindisi finale al successo conseguito negli oltre due mesi e mezzo di apertura.

Le visite guidate proseguiranno nel mese di ottobre per le scuole di ogni ordine e grado della provincia di Lucca solo su prenotazione al 3493611757.

Info: Fondazione Ricci ETS, 0583724357, fondricci@iol.it, www.fondazionericci.info, Facebook “Fondazione Ricci ETS”, Instagram “fondazione_ricci_barga”.

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