Opera Barga, prima esecuzione assoluta de ‘La ninfa e il pastore’ di Vivaldi foto

Doppio appuntamento a Lucca e a Barga con l'orchestra barocca Modo Antiquo di Federico Maria Sardelli

A Lucca e a Barga continuano gli appuntamenti con la 55esima edizione del Festival Opera Barga, diretto da Nicholas Hunt e Massimo Fino. Nato nel 1967 il festival è uno dei più antichi festival musicali italiani, a cui si deve la riscoperta di opere di Vivaldi, Donizetti, Raimondi, Scarlatti, Gasparini e delle prime esecuzioni in Italia di opere di compositori contemporanei, fra cui Ligety, Cage, Walton, Wolf-Ferrari, Kagel.

Lunedì (9 agosto) all’auditorium San Francesco di Lucca, alle 18 e in replica mercoledì (11 agosto) in piazzale del Fosso a Barga, alle 21, Festival Opera Barga presenta la prima esecuzione assoluta de La Ninfa e il Pastore (Serenata a tre) di Antonio Vivaldi diretta da Federico Maria Sardelli alla guida della sua orchestra Modo Antiquo, con i soprani Elisabeth Breuer e Silvia Tedla e il tenore Alessio Tosi. L’evento che conclude questa edizione del festival è prodotto da Opera Barga in collaborazione con il teatro del Giglio di Lucca. La produzione verrà registrata per l’etichetta Glossa al teatro dei Differenti di Barga.

La Serenata RV 690

Fra le 7 serenate di Vivaldi sopravvissute, RV 690 è senz’altro la più singolare, la meno eseguita, la più interessante e la più problematica dal punto di vista storico-critico.

Ma, anzitutto: cos’era una serenata, al tempo di Vivaldi? Etimologicamente: una musica da eseguirsi una volta calata la sera, all’aperto. Serenate erano le canzoni o i madrigali intonati dall’innamorato sotto le finestre dell’amata, accompagnandosi con strumenti perlopiù a pizzico; ma nelle corti di antico regime la serenata divenne, fra Sei e Settecento, un genere ben definito di opera tascabile, un dramma di argomento pastorale, arcadico o eroico da eseguirsi al chiaro della luna presso giardini e cortili di dimore aristocratiche, in occasione di matrimonî, giorni genetliaci e onomastici. Dunque una rappresentazione teatrale fuori dal teatro, di ridotte dimensioni, con un minor numero di personaggi e solitamente suddivisa in due parti, anziché nei normali tre atti.

Le serenate superstiti di Vivaldi ci testimoniano uno sfarzo e una ricchezza di strumenti non comune, riflettendo in modo più succinto tutto il gusto teatrale del tempo.

Ma RV 690 ha dato – e continua a dare agli studiosi – del filo da torcere. Non ne conosciamo il committente, né la data di esecuzione, né il luogo. Sotto le innocenti spoglie dell’intreccio pastorale – le schermaglie amorose delle due ninfe Eurilla e Nice e del pastore Alcindo – si celano dei terribili avvenimenti reali: la persecuzione dell’abate giansenista Jean de Tourreil, esiliato dalla Francia e dapprima accolto e protetto a Roma e Firenze, per poi essere tradito dai suoi ospiti, imprigionato in Castel Sant’Angelo e sottoposto ai rigori dell’Inquisizione, dal 1711 al 1715. La serenata, genere solitamente lieto e spensierato, termina infatti con il giudizio inappellabile delle due ninfe/Chiesa-Inquisizione «Si punisca, si sbrani, s’uccida» emesso contro il povero Alcindo/de Tourreil.

Resta ancora da chiarire chi fu l’autore dei versi, perché mai Vivaldi li mise in musica e per conto di chi: si è ipotizzato che la serenata possa essere stata eseguita a Roma nell’entourage del Cardinale Pietro Ottoboni, protettore degli affari di Francia presso la Santa Sede e mecenate di Vivaldi (oltreché di Corelli, Scarlatti, Händel e molti altri). Ma poiché motivi musicali e cartacei fanno datare la serenata fra il 1716 e il 1719 (quando Vivaldi non era stato ancora a Roma), restano aperte le possibilità che l’opera sia stata scritta ed eseguita a Mantova o a Venezia.

Fuori dagli enigmi storiografici, resta la musica di Vivaldi: limpida, fresca, ricca di idee e colori strumentali. Le arie con gli oboi, col fagotto obbligato, con i corni da caccia, sono testimonî della grande ricchezza d’idee che prorompeva nella piena maturità del compositore. Questa serenata, così bella e singolare, oggi pochissimo nota ed eseguita, non possiede neanche il titolo: il manoscritto si apre con la prima aria, che inizia col verso elegiaco Mio cor, povero cor!. Questo verso è forse il miglior titolo che possiamo dare alla composizione, se non vogliamo usare il generico Serenata a 3 o l’incomodo elenco dei personaggi Eurilla, Nice e Alcindo.

Federico Maria Sardelli e Modo Antiquo

Nel 1987, il direttore d’orchestra e musicologo Federico Maria Sardelli fonda Modo Antiquo, ensemble barocco che sviluppa insieme al suo direttore una speciale cifra stilistica e un vasto repertorio sia di opere di Vivaldi che di altri autori coevi.

Tra l’anno 2000 e il 2011, il connubio Sardelli – Modo Antiquo produce insieme al Festival Opera Barga 5 opere di Vivaldi, alcune delle quali inedite e l’oratorio sacro Juditha Triumphans. Federico Maria Sardelli e il suo gruppo partecipano regolarmente ai più rinomati festival di musica barocca, e Federico, oltre a dirigere alcune delle più importanti orchestre barocche europee, è anche uno dei massimi esperti della produzione musicale di Antonio Vivaldi, e curatore del catalogo Ryom delle opere del prete rosso.

Festival Opera Barga

Il festival si svolge in prevalenza a Barga, ma ha intrapreso di recente un percorso di collaborazione con il Teatro del Giglio e ha spostato alcune manifestazioni anche a Lucca, per facilitare l’accesso del pubblico e dare maggior risalto alla sua attività di riscoperta e formazione musicale.

Le colonne del Festival durante gli ultimi anni sono Federico Maria Sardelli e il suo Ensemble Modo Antiquo, che a Barga hanno prodotto e registrato molte opere di Antonio Vivaldi, Simone Bernardini, primo violino dei Berliner Philharmoniker, fondatore dell’Ensemble Le Musiche, che collabora al progetto Musica nei Borghi dal 2005 e Roberto Prosseda, direttore artistico del progetto Pianobarga che promuove giovani pianisti, in cartellone insieme a grandi interpreti del pianismo internazionale quali Alexander Lonquich, Bruno Canino, Valentina Lisitsa e lo stesso Prosseda.

Festival Opera Barga 2021 è realizzato con il contributo e il sostegno del ministero dei beni culturali, della Regione Toscana, del Comune di Barga, del teatro del Giglio, della Fondazione Crl e di Lucca Promos per i Lands of Puccini.

Prezzo dei biglietti da 10 a 20 euro – online su liveticket.it. Informazioni e prenotazioni 0583.711068 – email operabarga@gmail.com.

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