Soldi in fumo per la compravendita dei diamanti, ancora una condanna per il banco Bpm

Il tribunale ha dato ragione a una donna convinta ad acquistare il prezioso da una consulente di una filiale in Garfagnana

Soldi in fumo per la compravendita dei diamanti, ancora una condanna per il Banco Bpm da parte del tribunale di Lucca.

Il giudice Carmine Capozzi ha condannato l’istituto a risarcire circa 8mila euro a una donna che aveva acquistato un diamante pagandolo circa 10mila euro. La banca è stata condannata anche a pagare circa 5mila euro di spese processuali.

Nel giudizio di primo grado che si è concluso con la sentenza pubblicata ieri (9 maggio) è emerso che la donna aveva promosso azione di risarcimento danni nei confronti della banca Bpm esponendo, fra l’altro, i seguenti fatti: nel 2014 era stata contattata da una dipendente di una filiale della Garfagnana che l’aveva in precedenza seguita in vari investimenti finanziari, che le aveva proposto un investimento consistente nell’acquisto di un diamante dalla società Intermarket Diamond Business SpA; la dipendente della banca le aveva inoltre rappresentato come conveniente l’investimento, sempre secondo la sentenza, riservato a pochi clienti privilegiati come lei, che in precedenza avevano acquistato azioni della banca Bpm.

Erano poi seguiti incontri in banca dove la dipendente i le aveva illustrato le caratteristiche dell’investimento, esibendo anche grafici e quotazioni riportate sul Sole 24 ore, e le aveva riferito che l’affare era assolutamente sicuro, che il valore dei diamanti di Intermarket Diamond Business era in costante ascesa e che quest’ultima era un’azienda solida e leader nel settore; in tali occasioni le era stato mostrato l’opuscolo informativo e i depliant denominati Uno splendido investimento di Idb, nei quali si decantava la convenienza dell’affare e la solidità di Intermarket Diamond Business.

Fidandosi di quanto riferitole nell’ottobre del 2014 aveva sottoscritto, presso gli uffici della filiale garfagnina la proposta d’acquisto identificata relativa a un diamante che, secondo quanto dichiarato dalla banca e da Intermarket Diamond Business, avrebbe dovuto presentare caratteristiche tali da valere circa 10mila euro. La compravendita si era perfezionata con il versamento della somma mediante bonifico bancario intestato a Intermarket: il diamante era rimasto in deposito presso il caveau della banca ma era poi accaduto che il tribunale di Milano, nel 2019, aveva dichiarato il fallimento della Intermarket Diamond Business spa e che, in conseguenza di ciò, un funzionario di Bpm l’aveva contattata riferendole che il diamante da lei acquistato valeva all’incirca 2500 euro, non di più.

La donna aveva presentato domanda di restituzione del diamante alla procedura di fallimento (restituzione che sarebbe poi avvenuta nel corso della causa) e si era anche insinuata al passivo di Idb. Da qui la condanna della banca ritenuta responsabile dell’incauto acquisto da parte della donna. La differenza, circa 8mila euro, sul denaro sborsato all’epoca dell’acquisto ora le dovrà essere restituito dalla banca. 

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