Caro carburanti e materie prime, sui viali di Lucca sfila la protesta degli agricoltori fotogallery video

Il corteo di mezzi agricoli partito da piazzale don Baroni per un presidio davanti alla prefettura

Protestano i lavoratori del settore agricolo, per i rincari che, dall’inizio della guerra in Ucraina, si sono fatti sempre più pesanti e denunciano che le misure del governo non sono sufficienti a salvare il comparto dal tracollo.

Per troppi anni, secondo gli agricoltori, il settore è stato considerato marginale e non strategico, adesso però con una crisi alle porte, viene richiesto un impegno maggiore, ma di fronte ci sono anche gli aumenti di beni di prima necessità. L’aumento del prezzo del gasolio, per esempio, ha fatto levitare il costo del pieno di un trattore, facendo raggiungere la cifra di 600 euro, per non parlare dell‘incremento del 70 per cento dei fertilizzanti. Le incertezze sono molte, soprattutto riguardo il prezzo di vendita dei prodotti, che non è detto riesca a coprire gli aumenti dovuti, secondo loro, alla speculazione finanziaria.

Questa mattina (26 marzo), gli agricoltori della provincia di Lucca hanno portato i loro mezzi sulla circonvallazione, per far capire in modo chiaro che esistono anche loro. Un’iniziativa organizzata dalla Cia che si è allargata a varie rappresentanze, tra cui la cooperativa L’Unitaria.

Alle 9,30 decine di mezzi agricoli si sono ritrovati in piazzale don Baroni, da dove poco dopo è partito il corteo, composto da 70 trattori, che ha percorso la circonvallazione presidiata dalle forze dell’ordine. Non sono mancati i disagi per il traffico visto che, a tratti, è stato necessario interrompere il transito delle auto con lunghe file e viabilità andata subito in tilt.
Il corteo ha attraversato un tratto di viali, per poi fare ritorno a piazzale don Baroni, una rappresentanza di quattro trattori si è diretta in centro storico e si è fermata a piazza Napoleone per un presidio davanti a palazzo Ducale

Una delegazione composta da rappresentati del settore agricolo, accompagnati dalla consigliera provinciale, Sara D’Ambrosio e dal presidente della provincia, Luca Menesini, si è presentata davanti al prefetto, con una serie di richieste da parte della categoria.

La delegazione ricevuta dal prefetto
Corteo di trattori sui viali: sfila la protesta degli agricoltori

“Questa è una manifestazione nata spontaneamente – dice Angelo Giusti, rappresentante del Frantoio sociale del compitese – Con questa guerra ci hanno richiesto di produrre di più, noi ci siamo sempre stati, abbiamo sempre cercato di produrre di più, in passato sono stati fatti degli sbagli dalla politica e ci sono troppe cose che non vanno bene per l’agricoltura. In questo momento non ci tiriamo indietro, però vogliamo a questo punto sottolineare tutti i problemi che ci sono. Stanno aumentando i costi di produzione, per i cereali, per gli ortaggi, per l’olivicoltura, per tutti i nostri prodotti. Ma quando andremmo a venderli, siamo sicuri che saranno remunerati in base a tutti gli aumenti che ci sono stati? Siamo scesi in piazza per dire, noi ci siamo, diamo una mano a tutti, c’è bisogno di alimenti? Perfetto, va bene, però bisogna riscoprire quello che è il ruolo vero dell’agricoltura e quello dell’agricoltore, bisogna essere coinvolti nei tavoli, dove si parla di agricoltura, perché solamente noi sappiamo le soluzioni per il problema agricolo”.

“Oggi vogliamo far si che l’Italia si ricordi dell’agricoltura – dichiara Alberto Focacci, direttore di Cia Toscana nord -. C’è voluta una guerra per far capire che quello che si mangia è fatto nei campi e non nasce direttamente nei supermercati, questo mi pare già un risultato. Noi chiediamo degli strumenti che affrontino le variazioni del mercato, perché la speculazione sta imperversando sui prodotti agricoli,. Questo oltre ad essere un danno è anche altamente immorale, il Governo deve garantire con degli strumenti assicurativi, le variazioni di mercato. Perché questi agricoltori stanno seminando con costi altissimi, senza sapere quanto sarà pagato il prodotto”.

“Ci vuole in oltre dignità per i lavoratori del settore – prosegue Focacci -, queste persone che passano la vita nei campi devono avere anche un riconoscimento sociale. Perché stanno facendo un lavoro al servizio di tutti. Loro son pronti per fare uno sforzo e garantire li cibo a tutti, ma per favore, dategli anche un po’ di dignità”.

“Sono troppi anni che gli agricoltori vivono nella difficoltà – afferma il presidente della Cia Toscana Nord, Luca Simoncini –: prima abbiamo avuto due anni disastrosi a causa della pandemia da Covid-19, adesso il conflitto russo-ucraino, a causa del quale si possono prevedere speculazioni nazionali e internazionali, come dimostra quello che sta già accadendo per l’energia e i carburanti. Per questo, come Cia, a tutti i livelli, compreso quindi quello locale, ci siamo attivati affinché siano resi operativi tutti quegli strumenti che già esistono e che, se adeguatamente finanziati, permetterebbero di affrontare quelle oscillazioni di mercato che rischiano seriamente di mettere in difficoltà le aziende del territorio”.

Simoncini spiega che la Cia Toscana Nord stima un aumento medio dei costi di produzioni pari al triplo rispetto al 2021. Inoltre, questo fenomeno indica gli effetti della speculazione: «Faccio un esempio pratico – afferma Simoncini –, quello del grano tenero: lo scorso anno, alla raccolta, era quotato alla Borsa Merci di Bologna a 22 euro/q, mentre oggi viene battuto a 44 euro/q. Il prezzo è raddoppiato, ma gli unici che ci guadagnano sono gli investitori. L’aumento artificioso del prezzo dei cereali si rifletterà inevitabilmente sulla filiera zootecnica. Nel 2022, i costi di produzione di latte e carne saliranno, erodendo ulteriormente i margini delle aziende allevatoriali e comprimendo il potere di acquisto dei consumatori italiani. Un altro esempio è il prezzo del latte: alla stalla è aumentato di soli 4 centesimi, ma sullo scaffale? A nostro avviso, a fronte di una situazione grave come quella che stiamo vivendo anche e soprattutto a causa del conflitto in corso, il prezzo del cibo che mettiamo in tavola, non può essere deciso da un fondo speculativo».

Per queste motivazioni, gli agricoltori e la Cia Toscana Nord chiedono al Governo di intervenire immediatamente con interventi volti a calmierare i costi di produzione e, parallelamente, con l’attivazione di meccanismi anticiclici, che garantiscano una stabilizzazione dei prezzi. “E’ sempre bene ricordare che agricoltori e consumatori sono uniti da interessi comuni: cibo sano e buono da fornire a un giusto prezzo. Ma i problemi del comparto sono tanti e comprendono, ad esempio, anche il ricambio generazionale, l’eccessiva burocrazia che opprime il settore, lo spopolamento delle aree montane, la salvaguardia del territorio e del paesaggio, giusto per citarne alcuni – conclude il presidente della Cia Toscana Nord –: per questo chiediamo alla Provincia di farsi carico dell’apertura di un tavolo di confronto, che ci permetta di monitorare costantemente la situazione e di trovare in tempi rapidi, soluzioni efficaci ai problemi che si evidenziano”.

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