Sicurezza all’ospedale di Barga, botta e risposta sindacati-Asl

Dubbi da Cisl Fp e Cisl Medici, l'azienda: "La struttura è sicura come quelle di Lucca e Castelnuovo"

Cisl Fp e Cisl Medici Lucca chiedono chiarimenti sulla situazione del reparto medicina dell’ospedale di Barga dopo l’attivazione di posti Covid. 

“Le segreterie – scrivono Massimo Petrucci, Maria Grazia Simoni e Luciano Cotrozzi – palesano dubbi in merito alla sicurezza. Infatti la struttura del reparto a forma di ferro di cavallo non garantisce, perché non ben differenziato, né il percorso sporco – pulito, né la divisione netta tra i vari setting, con il rischio, come già accaduto, di portare l’infezione da una stanza all’altra facendo diventare il personale sanitario inconsapevole vettore di infezione”.

“Chiediamo – dicono i sindacati – se è stata effettuata una sanificazione adeguata al reparto e se è stato organizzato diversamente il percorso per lo sporco affinché non venga fatto transitare dalla parte pulita. Chiediamo altresì che tipo di dispositivi protettivi sono in dotazione al personale delle pulizie e se allo stesso vengono fatti periodicamente controlli così come previsto per pazienti e personale dipendente. Infine chiediamo se l’accesso dei parenti ai pazienti fragili viene svolto nella massima sicurezza anti virus. Cisl Fp e Cisl Medici Lucca rimangono in attesa di urgente risposta per dare certezze e sicurezza a pazienti e operatori sanitari”.

Alle sollecitazioni non si fa attendere la risposta dell’Asl Toscana Nord Ovest: “Dopo alcune sospette positività riscontrate tra i pazienti del reparto di medicina del San Francesco – dice l’azienda – e a seguito anche di alcuni interventi di organizzazioni sindacali, l’azienda Usl Toscana nord ovest evidenzia che nessun paziente positivo è rimasto a Barga e che la struttura ospedaliera è sicura, esattamente come quelle di Castelnuovo Garfagnana e di Lucca“.

“Come noto, in questi casi – dice l’Asl – è importante seguire le norme previste per la gestione dei pazienti, utilizzando sempre i dispositivi di protezione individuale (Dpi) adeguati alla tipologia dei ricoverati. In un contesto di pandemia, con molti casi sul territorio, nessun luogo può essere considerato con certezza Covid free ed è possibile che emergano delle positività in un reparto di un ospedale, ma tramite il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione se ne può limitare l’estensione“.

“Infine, al contrario di quanto asserito da un’organizzazione sindacale – conclude la nota – la struttura a ferro di cavallo permette l’utilizzo di un percorso unidirezionale “pulito verso sporco”, facilitando l’adozione delle procedure di vestizione e svestizione, che sono la base per garantire la separazione delle zone di rischio tra Covid e no Covid”.

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