Uil Toscana Nord: “Si consolidi la sanità territoriale per il post pandemia”

Il sindacato interviene sulla nascita di nuove Case della salute e sul potenziamento dei piccoli ospedali

Si è tenuta in questi giorni una riunione del coordinamento sociosanitario della Uil Area Nord Toscana (Lucca e Massa Carrara) per fare il punto sulla attuazione dell’accordo tra Cgil, Cisl e Uil e Regione Toscana sulla costituzione delle case della salute nelle due province.

In particolare per Massa Carrara si parla di sette strutture (Alta Lunigiana, Bassa Lunigiana, Carrara Fosdinovo, Marina di Carrara, Marina di Massa Montignoso, Massa Centro) e per Lucca 13 (Garfagnana, Mediavalle, Capannori, Francigena, Lucca Nord, Lucca Ovest, Lucca Sud, Camaiore, Forte dei Marmi, Massarosa, Pietrasanta, Tabarracci, Torre del Lago).

“La prima considerazione – si legge in una nota – è che la pandemia in atto ha ovviamente rallentato l’attuazione dell’accordo ma cosa ancora più importante ha messo a nudo i punti di criticità del modello sanitario regionale, che si è salvato grazie alla abnegazione del personale sanitario. L’errore di fondo è stato quello di accentrare i servizi specialistici diagnostici, medici e strumentali all’interno degli ospedali. Questo ha fatto si che molti servizi di cura, in particolare quelli delle malattie croniche (diabete, cardiovascolari) hanno subito un forte rallentamento e talvolta anche una completa interruzione del processo di cura creando gravi disagi e pesanti conseguenze per i malati e le loro famiglie. Dobbiamo quindi ricostituire una medicina territoriale che vede nelle case della salute non certo l’unico punto di intervento ma sicuramente il punto più avanzato e il luogo di riferimento per la popolazione. Per il confronto con la Regione la Uil Area Nord Toscana chiede che si parta da due punti fermi”.

“Il primo – dice il sindacato – parte da una situazione che si è creata a causa della pandemia: i posti letto di cure intermedie nati per far fronte all’emergenza sanitaria vanno confermati anche per il dopo e sono per noi un tassello fondamentale per garantire uno standard di base per una sanità che integri realmente ospedali e territorio. Il secondo punto è la richiesta Uil di costituire case della salute complesse, le quali devono prevedere uno standard minimo estremamente qualificato e completo, dotate quindi di servizi quali medicina d’iniziativa, cure intermedie, specialistica ambulatoriale, diagnostica semplice, domiciliare, punto di primo soccorso”.

“Per fare questo lavoro si deve in primo mappare la situazione presente – dice la Uil Toscana Nord – per vedere se risponde ai bisogni primari della popolazione e quindi se sono presenti servizi quali presa in carico della popolazione con patologie croniche; costituzione gruppi associati di medici; presenza di ambulatori specialistici; presenza di attività diagnostica semplice (elettrocardiogramma, ecografia, rx, doppler, ecc.); ambulatorio chirurgico di primo soccorso e cura delle ferite difficili”.

“Tale verifica – conclude – dovrà anche servire per un piano di sviluppo dei servizi che elimini le differenze di offerta oggi presenti tra i diversi ambiti territoriali per giungere rapidamente al più alto livello di omogeneità. Per esempio è necessario allineare i servizi offerti sull’assistenza domiciliare che in alcune zone ha uno standard del 9×1000 a fronte di un dato toscano del 24×1000 o della riabilitazione post-frattura femore che registra uno standard del 14×1000 nella Piana di Lucca e del 52×1000 in Toscana. Un ultimo punto che vuol qualificare la proposta Uil è quello di ridare ruolo agli ospedali più piccoli falcidiati negli ultimi anni da tagli sempre più consistenti che hanno portato alla chiusura completa di alcuni e alla fortissima riduzione di attività di tutti gli altri”.

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