Coronavirus, in casa in attesa dell’esito del tampone: “Ho smesso di lavorare”

Il racconto di una donna di Villa Collemandina dopo l'esito positivo del sierologico

Prima il sierologico positivo, poi l’attesa del tampone e del suo esito. E nel frattempo stop alle attività economiche, alle attività scolastiche della figlia e anche ad altri lavoretti. A raccontare la vicenda è una signora di Villa Collemandina.

“Venerdì ho deciso di accompagnare mia figlia al Luna Park – racconta – C’era la possibilità di fare il test sierologico per il coronavirus e ho fatto due ore e mezza di coda per sottopormi all’esame. Che ha dato esito positivo, indicando che sono entrata a contatto con il virus e ho sviluppato gli anticorpi. I sanitari a quel punto mi dicono che mi avrebbero fatto fare il tampone entro 24 ore”.

Di lì parte l’odissea: “Il tampone l’ho fatto il martedì successivo. Nel frattempo, nell’attesa di un referto che non arriva non posso fare nulla. Ho un’azienda agricola, non posso governare le bestie, mia figlia non sta andando a scuola, non posso accudire degli anziani che seguivo e che si sono rivolti altrove”.

“Oggi – conclude la donna – dopo aver chiamato in tutta la Toscana mi rispondono che sono in ritardo con l’invio dell’esito dei tamponi di una settimana. Anche se per telefono mi hanno detto che è negativo non ho nessun foglio che me lo possa certificare. E intanto sono chiusa in casa”.

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