Toscana, nuova ordinanza: “Chi è arrivato da zone a rischio deve andarsene”

Pugno duro della Regione: "Rientri chi non è qui per lavoro o salute"

Chi, per motivi diversi da esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute, arriva in Toscana, o ci sia arrivato negli ultimi quattordici giorni, dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico, mette a rischio la salute della collettività e anche la propria, non avendo sul territorio toscano il proprio medico o pediatra di famiglia, figura che riveste un ruolo centrale nell’assistenza sanitaria garantita dal Servizio sanitario nazionale.

Per questo il presidente Enrico Rossi ha firmato oggi (10 marzo) una nuova ordinanza, la numero 10, che stabilisce che le persone indicate sopra facciano rientro immediato al proprio domicilio, abitazione o residenza. L’ordinanza è rivolta chiaramente alle migliaia di persone che negli ultimi giorni sono venute in Toscana dalla Lombardia e dalle province “rosse” del nord Italia.

In particolare, l’ordinanza dice che, per garantire l’appropriatezza delle cure erogate e salvaguardare la funzionalità del servizio sanitario regionale, garantendo la cura dei pazienti complessi e gravi e la gestione delle emergenze, qualora le persone indicate accedano ad un pronto soccorso del servizio sanitario toscano, se il loro stato di salute non necessita di ricovero, saranno invitate a farsi prendere in carico dal proprio medico o pediatra di famiglia del luogo di domicilio, abitazione o residenza fuori Toscana, dal quale dovranno recarsi.

La stessa ordinanza prescrive – e questo vale per tutti – che dovrà essere il servizio di igiene pubblica territorialmente competente a prescrivere la quarantena, con sorveglianza attiva per un periodo massimo di 14 giorni, dandone comunicazione al sindaco, in qualità di autorità sanitaria territorialmente competente.

Ancora, viene demandato alla task force sanitaria il compito di individuare le misure straordinarie e temporanee di riassetto organizzativo della rete ospedaliera, anche avvalendosi delle strutture private accreditate, per riuscire a garantire massima efficienza ai processi di presa in carico dei pazienti affetti da Coronavirus e, contestualmente, offrire massima tutela della salute della collettività.

Infine, l’ordinanza stabilisce che gli operatori sanitari che sono stati in quarantena possano rientrare al lavoro se non hanno tampone positivo al Covid o particolari sintomi.

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