“Ricoveri in aumento per covid”, la denuncia degli operatori: “Emergenza finita? Siamo al collasso”

L'allarme di Nursind: "Mancano infermieri e operatori sanitari: soffrono anche le terapie intensive"

“Ospedale e territorio sono al collasso, personale mai così carente nemmeno nel corso dell’emergenza pandemica”. E’ un vero e proprio allarme quello che lancia Nursind Lucca, il sindacato degli infermieri che dipinge un quadro drammatico. Stante un aumento registrato di recente, secondo il sindacato, anche nel numero dei ricoveri per coronavirus. Di fronte ad una situazione a tinte fosche, Nursind diffida l’Asl da scelte non condivise, come quella di sospendere le ferie del personale. Una ipotesi ventilata da Nursind e non confermata.

“Con il 31 di marzo – esordisce Nursind – è terminata, secondo la normativa, il periodo emergenziale che ci accompagnato da ben oltre due anni. Il personale ed i cittadini tutti, speravano che la chiusura del mese di marzo rappresentasse davvero il termine, la fine di questi ultimi due anni vissuti da incubo. Meta auspicata per poter ricominciare a vivere e lavorare senza terrore, costrizioni e soprattutto con la speranza di poterci finalmente rigenerare dai disagi psicofisici vissuti”.

La situazione invece secondo il sindacato è nettamente diversa: “Ad oggi, purtroppo, i fatti smentiscono quanto auspicato; infatti la realtà che ci circonda è ben diversa da come ce la siamo immaginata – si legge in una nota -. Sono proprio i fatti, che ci portano ad esprimere pubblicamente il nostro disappunto e a denunciare una grave situazione lavorativa di tutto il personale assistenziale, ulteriormente peggiorata rispetto al periodo pre e peri-emergenziale. Infatti, la carenza di personale sanitario, infermieri, oss, ostetriche ed altro, si riscontra in tutti i settori ospedalieri e territoriali, sia di Lucca della Versilia che della Valle del Serchio”.

E la situazione pandemica allo stato non sembra migliorare nettamente. “La presunta riduzione dei contagi dei pazienti è stata in parte smentita dai fatti, in quanto, a tutt’oggi, nelle degenze covid del San Luca e del presidio di Barga, si contano più di 50 pazienti positivi ricoverati – afferma Nursind -, con un incremento quotidiano di alcune unità, come anche nella terapia intensiva risultano essere ricoverati ancora pazienti affetti da questo terribile virus. In merito alla terapia intensiva ci risulta che a tutt’oggi il personale continua a lavorare con grande difficoltà anche in ambienti non predisposti strutturalmente (reparto sub intensivo), all’assistenza di pazienti critici la cui destinazione ottimale sarebbe quella del reparto di terapia intensiva”.

Secondo il sindacato degli infermieri servirebbe una riorganizzazione profonda. “In questi due anni – prosegue la nota – l’azienda ha attivato nuovi servizi territoriali come gli ambulatori per i vaccini, i drive through dove vengono eseguiti i tamponi, i servizi Usca (team dedicato all’assistenza domiciliare delle persone positive al covid), ha introdotto la figura dell’infermiere di famiglia per la cura ed il controllo dei pazienti a domicilio e recentemente, in questi ultimi giorni, nonostante la grave situazione presente rispetto alla carenza di personale assistenziale, ha comunque proceduto all’attivazione al Campo di Marte, del setting cure intermedie covid e della sezione dedicata a pazienti particolarmente fragili, l’ Hospice. L’attivazione di questi due nuovi servizi, è avvenuta ad isorisorse, cioè senza assumere personale sanitario, con una semplice magia da giocoliere esperto. Gli operatori addetti all’assistenza di base sono stati spostati all’ultimo momento, senza alcun preavviso, dai servizi ospedalieri, come i 14 oss che sono stati trasferiti dall’ospedale S Luca alle cure intermedie Covid di Campo di Marte, a causa del mancato rinnovo del contratto interinale degli operatori che precedentemente lavoravano in quella struttura. Inoltre altri profili professionali, come infermieri, ostetriche, continuano a girare come trottole fra ospedale e territorio o tra un servizio e l’altro sia ospedaliero che territoriale, costretti ad adattarsi a nuovi turni di lavoro (dalle 12 alle 24 ore o viceversa) ed a nuovi piani di attività dettati dalle ripetute riorganizzazioni aziendali. Intanto i reparti ospedalieri vengono sguarniti di personale indispensabile e anche quei fortunati dipendenti che non sono coinvolti in questo nuovo giro di valzer rimangono imprigionati in una rete con maglie sempre più strette, vincolati a sostenere carichi assistenziali massacranti”.

E la sanità territoriale non è messa meglio, sempre stando a Nursind: “Anche il personale assistenziale dei servizi domiciliari è stato messo a dura prova, costretto a lavorare, da molto tempo, con un numero di operatori ridotto, spesso insufficiente, nonostante il potenziamento di alcune attività preesistenti e l’attivazione di nuove, come l’infermieristica di famiglia. Queste nuove organizzazioni aziendali, se pur disposte dalla regione, messe in atto senza prevedere l’acquisizione di personale mediante assunzioni per coprire il reale fabbisogno di personale assistenziale ,come infermieri oss, si realizzano mediante strategie fantasiose, finalizzate a continui e repentini spostamenti di operatori orari aggiuntivi e rinunce di riposi da parte del personale assistenziale, già duramente provato dal protrarsi di questa situazione emergenziale che assume purtroppo le caratteristiche di cronicità. Infatti ad oggi il virus continua ad avanzare sulla popolazione e purtroppo gli operatori sanitari non ne sono esenti/indenni, anzi si registrano ogni giorno nuove assenze per malattia virale”.

“Ad aggravare tutto questo – prosegue la nota –  si aggiunge poi un clima interno pessimo, dettato anche da una modalità assolutistica di agire dell’azienda, sia nel non riconosce pienamente le ore di straordinario svolte con enorme sofferenza dal personale, ritardandone all’infinito i pagamenti, che nel procedere unilateralmente, senza motivo e senza alcuna informativa preventiva a trattenere/cancellare tempo di lavoro precedentemente svolto e riconosciuto, come è accaduto al personale ostetrico ed al personale part time a cui sono stati tolti/cancellati i tempi dedicati per la vestizione/svestizione, facendo addirittura un calcolo retroattivo a partire dal 1 gennaio 2021. Con amarezza denunciamo questi episodi e continueremo a contrastarli, in assenza di un’ apertura aziendale di confronto, mediante anche l’utilizzo dei nostri studi legali”.

“Ci risulta infine, che l’azienda, su disposizione della direzione infermieristica – spiega Nursind – abbia dato mandato di sospendere anche le ferie al personale infermieristico ed oss di alcuni settori clinico-assistenziali, sia ospedalieri che territoriali in seguito alla grave carenza di personale assistenziale che risulterebbe di circa 100 infermieri e 50 Oss. Si diffida l’azienda a mettere in atto tale disposizione che lede i diritti dei lavoratori e mina il loro stato di salute, già gravemente e ripetutamente provato dagli estenuanti carichi di lavoro e dal perdurare della malattia pandemica. L’azienda non può e non deve perdurare in questa sua posizione di assenza di una reale risposta alle varie criticità locali, al reale fabbisogno di personale assistenziale, fondamentale per mantenere attivi ed adeguati tutti I servizi, sia preesistenti che nuovi, per soddisfare i bisogni di salute della nostra collettività. Si richiede pubblicamente assunzioni urgenti di personale addetto all’assistenza, tramite lo scorrimento delle graduatorie, sia a tempo determinato che indeterminato di infermieri oss e di qualsiasi altro profilo. Si richiede pubblicamente, il rinnovo immediato di tutti i contratti degli operatori a tempo determinato che sono in procinto di scadere. Tutti questi strumenti sono a disposizione della nostra azienda e devono essere utilizzati urgentemente per garantire un’adeguata assistenza alla nostra collettività. Si diffida l’azienda ad intraprendere azioni di qualsiasi genere e natura che esulano dall’acquisizione di nuove risorse di personale”.

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