No piro, anche il Pci continua la battaglia: “Ci sono alternative”

Dibattito sul pirogassificatore, anche il Partito Comunista Italiano di Lucca e della Valle del Serchio interviene sul tema.
“Nelle ultime settimane – è il commento – è ripreso con forza il balletto, tutt’altro che divertente, delle prese di posizione a sostegno del pirogassificatore Kme, questione sulla quale il Pci vuole ribadire in maniera netta la propria opinione contraria. La situazione più “ballerina” è sicuramente quella del Partito Democratico, che su tale questione ha posizioni molto divergenti all’interno, sia a livello regionale e locale. I consiglieri regionali del Pd approvano mozioni di indirizzo politico avverse al progetto del pirogassificatore e di contro il presidente della giunta regionale e due assessori, con deleghe senza dubbio molto attinenti alla materia del contendere (agricoltura ed ambiente), mostrano invece intenzioni completamente diverse. Anche a livello di Valle del Serchio le posizioni del Pd non sono univoche; è inutile elencare di nuovo i diversi accenti e punti di vista. Il duello Marcucci – Remaschi, ben vivo anche su questo argomento, taglia in due quello che era il partito di riferimento della Valle. Sarebbe tuttavia ingeneroso denunciare solo le contraddizioni del Pd”.

“Che dire della Lega? – prosegue la nota – I consiglieri regionali di tale partito hanno votato il documento unitario contro il gassificatore. L’ex segretario di zona, Simonini, da poco silurato dai vertici, aveva invece più volte espresso la non contrarietà al progetto; prevarrà quindi una linea diversa? Quella di Puglia contraria al pirogassificatore, oppure la linea Salvini di un inceneritore per ogni provincia? Maggior convinzione contro il pirogassificatore sarebbe auspicabile anche dal M5S, che in consiglio regionale ha avuto spesso un ruolo positivo, ma che a livello locale risulta ancora “non pervenuto”. Riteniamo sia utile ricordare invece la posizione chiara e coerente che hanno sempre avuto le forze della sinistra, a cominciare dal gruppo regionale Si Toscana a Sinistra”, il cui ruolo è stato senza dubbio di grande importanza, per arrivare alla locale sezione del Partito Comunista Italiano, che, seppur piccola, fin dall’inizio ha dato il suo modesto contributo alla lotta contro il pirogassificatore”.
“Finora si sono moltiplicati gli appelli per tavoli congiunti istituzioni – Kme, ma senza risposta da parte di quei soggetti, Stato o Regione, che avrebbero dovuto farsene carico – prosegue l’analisi – È evidente che un tavolo del genere non interessi a Kme, che persegue il solo scopo di realizzare il pirogassificatore e sviluppare un business nei rifiuti industriali; allora vadano avanti istituzioni locali, Stato e Regione. Dimostrino chiaramente che si possono perseguire politiche industriali compatibili con l’ambiente, con la salute dei cittadini, con una idea di sviluppo basata sulla valorizzazione del territorio in direzione turistico-ambientale ed agro alimentare di qualità. Dimostri il Pd, al quale qualche merito va anche riconosciuto, di non voler buttare a mare anni di investimenti in tale settore, di piani di sviluppo rurale, di valorizzazione del brand Garfagnana, eccetera. Riteniamo che sarebbe fondamentale, ora, uno scatto in avanti, da perseguire con forza e determinazione, un piano B: dare gambe ad una proposta concreta, dotata di piano di fattibilità, numeri, costi, eccetera, di autoproduzione energetica veramente pulita, senza incenerimento (ad esempio attraverso il fotovoltaico come più volte ipotizzato dal Comitato per l’Attuazione della Costituzione e da noi condiviso). Un’alternativa che seppur non azzerando i costi energetici di Kme, li riduca drasticamente, togliendo alla multinazionale l’alibi per non impegnarsi nel rilancio del suo core business, la metallurgia. La concretizzazione progettuale di un’alternativa al gassificatore sarebbe importante anche per i lavoratori di Kme, stretti in una morsa tra la consapevolezza che la salute è un bene che non si può barattare e la paura di perdere il loro posto di lavoro. Lo abbiamo detto altre volte, e lo ribadiamo, che sarebbe sbagliata una contrapposizione cittadini contro lavoratori di Kme. Purtroppo su questa ipotetica frizione, si è più volte insinuata Kme e nei giorni scorsi in maniera subdola anche Confindustria toscana. Quest’ultima vorrebbe far credere che senza il pirogassificatore si realizzerebbe il deserto in valle del Serchio con il crollo di Kme e dell’industria cartaria. L’utilizzo delle cifre riportate lancia, tra le righe, un messaggio di ricatto occupazionale. Sia ben chiaro il Pci non è contrario al manifatturiero, non è contrario al metallurgico ed al cartario. Il Pci è contrario al liberismo sfrenato, alla ricerca del profitto a danno dell’ambiente e della salute delle popolazioni locali; riteniamo che il progetto del pirogassificatore vada proprio in questa direzione. Non ci dilunghiamo oltre su questi aspetti, considerato che in questi giorni sono intervenuti in maniera esaustiva e condivisibile anche il movimento La Libellula ed il Comitato per l’attuazione della Costituzione. Vorremmo tuttavia sottolineare che per arginare un tipo di società dominata dal mercato senza regole e dalla ricerca illimitata del profitto, occorre riconsegnare agli Stati la possibilità di attuare essi stessi politiche industriali, di assumere il controllo diretto di settori strategici, di nazionalizzare e sostituirsi eventualmente agli imprenditori. Il Partito comunista italiano ribadisce con forza: esistono alternative pulite al pirogassificatore per l’autogenerazione di energia. Ci sono alternative alla gassificazione per l’utilizzo del pulper di cartiera. Il lavoro non è una concessione, ma è un diritto”:
“Concludiamo con alcune considerazioni a livello di istituzioni locali – si esaurisce la lunga nota – Abbiamo l’impressione che a distanza di pochi mesi dal pronunciamento quasi totale dei sindaci della Valle contro il progetto, il loro impegno nella contesa si sia notevolmente abbassato; forse qualcuno non ha compreso la dimensione degli interessi in campo. Il sindaco e l’amministrazione comunale di Barga nella sua interezza, il movimento La Libellula ed altri comitati, stanno conducendo una battaglia impari contro un progetto sostenuto da una potenza industriale multinazionale; ci sembra che ultimamente siano lasciati un po’ troppo soli. Ci sarebbe stato bisogno di una risposta più forte, omogenea e costante. Considerato che da poco ci sono state le elezioni amministrative e che alcuni rappresentanti sono cambiati, il Pci ritiene che non sarebbe inutile un nuovo pronunciamento chiaro da parte delle Unioni, dei sindaci e dei consigli comunali. Tanto per far capire a “qualcuno” che i rappresentanti dei cittadini sono ancora contrari a questo sciagurato progetto e non intendono sottrarsi alla conseguente dura battaglia che contempli il no secco al pirogassificatore e la contestuale ricerca di alternative per la difesa dell’occupazione”.

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