Grandi manovre per le regionali 2020

Regionali 2020, manca meno di un anno ed iniziano le grandi manovre per la successione a Enrico Rossi, per due mandati governatore della Toscana. Quella del prossimo anno potrebbe essere una occasione importante per il centrodestra per scalfire cinquant’anni di governo di centrosinistra. La Lega, al traino della coalizione in questo momento, ci sta pensando ma a molti, nell’area, non piacerebbe l’atteggiamento da ‘cannibale’ del partito di Salvini, che rischia di fagocitare le altre forze politiche. E se Fratelli d’Italia sposa in pieno l’alleanza sovranista i dubbi vengono da quello che resta di Forza Italia. Nel partito di Berlusconi ormai sono chiare le due anime: quella incarnata dall’anziano leader, a vocazione ancora maggioritaria e quella del governatore della Liguria, Toti, sempre al limite fra la volontà di ‘conquistare’ il partito azzurro e quella di fondare un nuovo movimento. Passa tutta dalla soluzione di queste dinamiche il dibattito verso la scelta di un possibile candidato a governatore. Per ora siamo ancora ai veti incrociati: no alla Ceccardi, sindaco di Cascina ed europarlamentare, ma no anche a Mallegni, senatore di Forza Italia. Si lavora anche ad altri nomi, ovviamente, ma c’è forte scetticismo nella volontà di qualcuno di ‘pescare’ nella società civile. Le ultime volte, infatti, non ha davvero portato bene e questo è il momento di puntare proprio su un candidato politico.

E a sinistra? Il momento è delicato. Il Pd, questo è ormai chiaro, da solo non basta neanche in Toscana. E in più c’è l’incognita renziana, incastrata fra il restare e l’uscire, come è emerso dalla tre giorni di Montecatini e dalle parole dell’ex premier di oggi su Repubblica.
Ma c’è una novità nell’area di centrosinistra, una novità che è nata già all’indomani della vittoria su larga scala alle elezioni amministrative di maggio e che è legata alla figura dei sindaci, al loro ruolo, alla loro competenza che a molti è valso la vittoria anche al primo turno in un panorama politico decisamente avverso. Fioccano, ormai da più parti, gli interventi politici in questo senso. L’ultimo, in ordine di tempo, quello del sindaco di Bagno a Ripoli (anche per lui mandato bis), Francesco Casini: “Non credo – dice su Repubblica – nel ‘partito dei sindaci’ ma credo che non ci sia futuro per un partito o un governo che non passi dai sindaci”.
Non è un caso, dunque, che in settimana sia intervenuto sull’argomento anche il sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, sottolineando l’importanza delle liste civiche, le liste dei sindaci, anche in vista dell’appuntamento elettorale del 2019. Le parole di Del Ghingaro, però, da dibattito divengono proposta politica. Con tanto di data: il 21 settembre a Viareggio. Per un appuntamnto in cui i sindaci sono invitati a parlare di temi politici senza etichette di parte: sanità, ambiente, sociale, infrastrutture, svilippo economico. “Civismo puro – scrive su Repubblica – fondato su un programma condiviso e scritto dai cittadini: all’opposizione tutti i partiti rappresentati in Parlamento”.
Più che un convegno, quello del 21 settembre. Sembra l’inizio di una vera e propria piattaforma politica con un obiettivo: il governo della Regione. C’è un’estate di mezzo, per capire interesse e adesioni. Ed anche come si muoverà il panorama politico nazionale. L’impressione è che nei prossimi dieci mesi se ne potranno vedere delle belle. E che la Lucchesia potrebbe avere un suo ruolo specifico.

Enrico Pace

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