Kme, posizioni ancora distanti dopo il Consiglio

Il cinema Roma è affollato a Barga. Ma in sala non c’è l’ultima uscita cinematografica. Al centro della serata c’è la questione del futuro dell’azienda Kme e la possibile costruzione di un pirogassificatore per lo smaltimento del pulper di cartiera e di altri scarti. Un appuntamento, quello del consiglio comunale aperto, che attira il pubblico delle grandi occasioni. Non solo consiglieri, giunta e residenti, ma anche rappresentanti politici di tutta la Valle fra cui i sindaci Mario Puppa (Careggine), Pier Romano Mariani (San Romano), David Saisi (Gallicano) assieme a tutta la giunta, Andrea Tagliasacchi (Castelnuovo), Francesco Angelini (Pieve Fosciana), Michele Giannini (Fabbriche di Vergemoli) e Moreno Lunardi (Fosciandora).

A parlare, davanti anche ai comitati per il no, che si sono radunati con gli striscioni fuori dalla struttura, e a tutte le Rsu di Kme l’amministratore delegato di Kme, Claudio Pinassi con l’addetto alle relazioni esterne Francesco Giubilei.
Gran parte del Consiglio è occupato della presentazione pubblica del progetto da parte dell’ingegner Claudio Pinassi, ad di Kme. Il suo è un lungo excursus sulla situazione attuale dell’azienda e sul piano industriale per rilanciare la produzione del rame nello stabilimento di Fornaci di Barga. L’obiettivo è quello di inserire la necessità dell’impianto all’interno di un piano che riporti il polo industriale di Fornaci di Barga al centro delle politiche aziendali.
“Kme – spiega Pinassi – è un’azienda che, dopo un periodo di grande crisi, sta tornando a crescere. Nel 2019, infatti, prevediamo un aumento di produzione a 60mila tonnellate e un ritorno a un flusso di cassa degno di una realtà di queste dimensioni”. La principale necessità per l’azienda è quella di abbassare i costi energetici, che sono superiori del 20 per cento rispetto al resto d’Europa e ai principali competitori, in particolare Germania e Turchia: “Per abbattere questa voce di costi – dice Pinassi – abbiamo studiato tutte le possibilità: dall’acquisto di energia dalla rete alla cogenerazione, all’utilizzo dei forni esistenti fino all’impianto di cui tanto si discute. Abbiamo valutato tutti i diversi parametri, mantendendo fisso il fatto che non avremmo valutato ipotesi che comportassero diminuzione della produzione o interventi sull’occupazione. La scelta, dopo queste analisi è caduta sull’autoproduzione dell’energia”.
Pinassi dà qualche dettaglio sulle dimensioni e la portata dell’impianti, rassicurando anche su scarti e scorie: “L’impianto in oggetto – dice – è stato pensato per dimensionarlo alle necessità dell’azienda che sono di 100mila kilowatt ora l’anno. Per farlo serve immettere 100mila tonnellate di waste provenienti dall’indotto locale. Tutte scelte, peraltro, che rispondono agli indirizzi europei in ordine all’economia circolare. Si tratterà di un impianto limitato, non più alto degli attuali capannoni e con una tecnologia consolidata in una quindicina di impianti in Europa. Il processo è semplice: dall’introduzione degli scarti si passa alla trasformazione in gas combustibile, il vapore emesso dalla combustione si trasforma in vapore che produce energia meccanica che viene trasformata da un alternatore”. Quanto agli scarti, spiega ancora Pinassi “i prodotti che si trovano nel pulper sono gli stessi che si trovano nei rottami di rame e lo smaltimento sarà identico a quello che è previsto attualmente”.
Le tappe sono già stabilite: “A settembre presentiamo il progetto – dice l’amministratore delegato – In quella fase chiederemo, come configurazione globale dello stabilimento, la riduzione delle emissioni globali, non solo quindi quelle relative all’impianto. Siamo stati virtuosi in passato e continueremo ad esserlo e rivisiteremo anche le emissioni attuali che ancorché autorizzate possono essere migliorate. Se riusciremo a ottenere la produzione dell’energia, e la nostra bolletta attuale è di circ 10 milioni di euro, vorremmo investire il tutto nello sviluppo dell’azienda, facendone il maggior sito produttivo della Kme in Europa. Vogliamo ridurre i costi per accelerare il miglioramento economico, ma soprattutto per andare a vendere ed essere competitivi con i concorrenti europei. Una sorta di ritorno agli anni Novanta per il ritorno ad essere un’eccellenza anche dal punto di vista della produttività”.
La sede Kme di Fornaci, inoltre, vuole anche diventare un centro di ricerca all’avanguardia proprio nel settore dell’economia circolare: “Abbiamo già l’accordo – conclude Pinassi – con l’università di Pisa per fare qui un centro ricerche di altissimo livello. Un settore per cui vorremmo attrarre anche altre aziende, per occupare quei capannoni che al momento non sono utilizzati”.
Il sindaco Marco Bonini, dopo aver ascoltato la relazione sottolinea l’importanza di aver trovato uno spazio pubblico di confronto per parlare del progetto in un clima sereno. Ma non lesina stoccate all’azienda e al suo ad: “Mi rammarica il fatto – dice – di non aver mai sentito nominare il territorio e il Comune di Barga. Non è vero, come è circolato troppo spesso in questi mesi, che non siamo disponibili al confronto. Questo mi conferma che, da quando alla fine del mese di giugno abbiamo preso uno posizione netta, abbiamo fatto bene. Anche stasera, infatti, dall’azienda la posizione è stata questaa: andiamo in Regione per l’approvazione ma niente confronto con il territorio. Da una parte, quindi, ci siamo sempre scontrati con i no a prescindere di alcuni, perché per noi il confronto era importante. Dall’altra ci scontriamo con chi ritiene che progetti come questi non debbano essere condivisi con il territorio. E questo continuiamo a chiedere con forza, confronto con il territorio alla ricerca delle migliori soluzuoni”.
Il sindaco rivolge all’ad anche due domande: una sulla presenza di altri impianti del genere in Italia e l’altra sul trasporto del materiale con cui alimentare l’eventuale pirogassificatore. “L’impianto – risponde Pinassi – è il primo di questo genere in Italia ma si tratta di una tecnologia già ampiamente utilizzate. Quanto al trasporto degli scarti di cartiera si tratta dell’equivalente di 12 camion al giorno, ma studieremo la soluzione meno impattante possibile, vedremo se per ferrovia o in altri modi, in modo da abbassare o ridurre a zero l’impatto della movimentazione del materiale”.
Il sindaco torna alla carica: “Le aziende del territorio – dice il primo cittadino – vanno difese anche perché non è vero che si può vivere di solo turismo. Le aziende del territorio vanno difese, ma devono stare in Valle seguendo le caratteristiche e le peculiarità del territorio. Per questo ribadiamo: non fermiamoci all’ipotesi pirogassificatori, ma valutiamo altre strade. Non vogliamo accordi al ribasso, ma di prospettiva futura, compatibili con le esigenze del territorio. Per questo diciamo sì al rilancio occupazionale dell’azienda, ma non a discapito del territorio. Magari, come si è visto in tabella, con minori rispari e costruendo un impianto di cogenerazione, si può realizzare una struttura più consona per questa valle”.
Per le opposizioni parla per primo il consigliere Luca Mastronaldi, che prima si rivolge all’azienda chiedendo dati e studi sulle possibili alternative al pirogassificatore, sottolineando la sua contrarietà personale e del partito che rappresenta. Poi si rivolge al sindaco e alla maggioranza: “Il Comune – dice – deve tutelare tutti. Ed è bene dire che se la Regione volesse bypassare il Comune, noi andremo a Firenze a far sentire le ragioni di un intero popolo. Sindaco, questa è la valle del bello e del buono, cerchiamo di mantenerla tale ancora per molti anni, senza far prendere decisioni da altri lontano da qui e scavalcando i territori”:
Il sindaco respinge le critiche: “Ricordo bene anche la data – dice Bonini – Era il 22 giugno ed era il mio compleanno quando facemmo la nota dopo l’accordo di programma Kme-Regione in cui dicevamo che non ci saremmo fatti bypassare. In questo senso confermo che farò di tutto perché non si tralasci il Comune di Barga nel prendere le decisioni”.
Dall’ad Pinassi gli ultimi chiarimenti della serata: “Tutto il conferimento del combustibile spiega l’ad – andrà all’azienda per ripagare l’investimento di 70 milioni che servirà a rendere l’azienda meno impattante e lasciando la produzione di energia elettrica libera. Ricaveremo 10 milioni di euro l’anno cui vanno tolti i costi di funzionamento dell’impianto. L’investimento verrà ripagato in una decina di anni”. E sul rapporto con la comunità rassicura: “Non vogliamo scavalcare nessuno, nemmeno il Comune – conclude – ma l’analisi del progetto va fatto dagli enti tecnici competenti. Tutti i ragionamenti che seguiranno dovranno essere basati sui numeri dell’Arpat”.
Conclude, prima dei ringraziamenti finali del sindaco, che ricorda come l’amministrazione si è impegnata a organizzare nuovi incontri e a confrontarsi con tutti i comitati, l’ex sindaco e capogruppo di opposizione Umberto Sereni: “È la prima volta nella storia della metallurgia che l’azienda viene allo scoperto – dice – In passato le cose le facevano e le sapevamo dopo. Ora sono cose palesi. Ci dobbiamo credere? Bisogna sforzarsi, quando si parte si va. Ci sono dei passaggi ai quali non si può derogare. Loro garanticono che tutto quello che affermano è vero, io sono d’accordo con il sindaco sul fatto che dobbiamo tutelarci”. L’ex primo cittadino fa alzare la voce a qualche contestatore, però, quando propone un controllo pubblico sulla struttura, con una quota di investimento non privata e quando ipotizza una intesa risarcitoria con Regione e azienda: “Se l’operazione va avanti – dice fra la contestazione generale – serve un risarcimento per la Valle, soprattutto in tema di infrastrutture e di sanità”.
Chiude la serata ancora il sindaco Bonini, che rassicura il pubblico: “Al di là della posizione personale di Sereni – chiude – la posizione che ho espresso è quella concordata anche con l’opposizione”. “Dateci una soluzione – dice – che non divida la Valle ma che la tenga unita cosìì come è sempre stato in passato”.

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