Nuovi progetti in Valle per l’accoglienza migranti

La soluzione per abbassare il numero di migranti nei comuni della Valle del Serchio c’è. Si chiama Sprar, sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.

Si tratta di un sistema di accoglienza e completamente diverso da quello che è stato utilizzato fino ad ora, che prevede la creazione dei Cas, i centri accoglienza straordinaria, quelli che sono stati utilizzati fino ad ora dalla maggior parte dei municipi e che sono serviti per fare fronte alle emergenze create dagli arrivi degli ultimi mesi. A spiegarlo è la vicesindaco di Borgo a Mozzano Roberta Motroni che dice: “Noi fino ad ora abbiamo utilizzato i Cas perché non era possibile fare altrimenti. Ora noi come comune di Borgo a Mozzano stiamo cercando di attivare i protocolli previsti dallo Sprar che ci porterebbero rapidamente alla riduzione del numero di persone ospitate perché non si parla più di emergenza ma di integrazione basata su dei percorsi ben precisi. Noi infatti parteciperemo al bando del ministero dell’interno, ma cosi faranno anche altri comuni della Valle come ad esempio Coreglia. Questo ridurrà drasticamente il numero di migranti che accogliamo nel nostro comune perché non dovremo più accogliere ma integrare e quindi il lavoro sarà impostato in modo completamente diverso. Lo scopo infatti è lavorare sull’integrazione attraverso corsi di formazione e di lingua e inoltre parte delle persone che noi accogliamo ha già ottenuto lo status di rifugiato, questo ci dà più garanzie sicuramente. Inoltre questo ci metterà in condizione di limitare il numero di persone che accoglieremo, riducendolo nel nostro caso a 25 dai numeri attuali”.
“Noi – ha spiegato il sindaco Patrizio Andreuccetti – con la manifestazione di interesse e con la gestione diretta, avremo infatti la garanzia dell’applicazione della clausola di salvaguardia prevista dallo Sprar che è quella di 3,6 straniero ogni mille abitanti, questo per noi significa 25 stranieri. In questo modo quindi, quelli in eccesso poi la prefettura li dovrà trasferire altrove. Inoltre la gestione diretta dell’accoglienza da parte del comune ci permetterà anche di operare forse in modo più puntuale e in condizioni che puntino ad una maggiore integrazione”.
Per aderire allo Sprar il comune di Borgo a Mozzano deve inoltrare un domanda al Ministero dell’interno e indire un bando per individuare i soggetti che porteranno avanti i progetti di integrazione. Una volta che c’è il via libera del ministero poi al comune saranno assegnati i finanziamenti che gestirà direttamente: si tratta di 750mila euro in tre anni. Tutto questo cambierà i rapporti, tendendo a escludere i privati anche per quanto riguarda gli immobili, che non saranno più contrattati con la prefettura ma con il comune. 
Oltre al comune di Borgo a Mozzano, stanno lavorando per attuare al progetto anche altri municipi come ad esempio Fabbriche di Vergemoli che ha dato il via a un bando per un processo di integrazione attraverso vari corsi di formazione tra cui quelli di lingua e quelli per imparare un mestiere. Al momento, Fabbriche di Vergemoli sperimenterà il corso sempre nell’ambito dello Sprar su 10 cittadini stranieri. “Noi al momento – spiega il sindaco Michele Giannini – abbiamo 70 persone tra uomini e donne. Credo che un percorso di integrazione debba passare attraverso varie fasi come la conoscenza della lingua, l’impiego del tempo prima per apprendere e poi per fare in futuro delle attività lavorative. Noi sperimenteremo questa soluzione con dieci persone al momento e poi pensiamo anche alla diversificazione dei corsi per uomini e donne, visto che nel nostro comune sono presenti sia un gruppo di donne che uno di uomini. Credo che questo sia il modo migliore per avviare un processo di integrazione vero e rispettoso anche di queste persone che sono arrivate in Italia”.

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